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Le prime stelle? Sono nate 180 milioni di anni dopo il Big Bang
- 27 marzo 2018
- Pubblicato da: admin
- Categoria: ARTICOLI EVIDENZA HOMEPAGE Senza categoria

Le prime stelle? Sono nate 180 milioni di anni dopo il Big Bang
Dal buio alla luce.
Una piccola antenna radio (grande quanto un frigorifero) posizionata nel deserto australiano ha identificato un segnale proveniente da un’era primordiale del cosmo: risale a 180 milioni di anni dopo il big bang.
Il segnale radio indica il momento in cui la nebbia di idrogeno che oscurava l’universo primordiale è stata illuminata dalle prime stelle.
È in quell’epoca, appunto, che sono nate le prime stelle dell’universo. Vengono definite stelle di Popolazione III ed erano molto probabilmente più grandi degli attuali astri.
Il segnale che riscrive l’alba del cosmo è stato intercettato dall’antenna radio Edges, che è riuscita a trovare la traccia delle prime stelle andando più indietro nel tempo di quanto non abbia fatto il potente telescopio spaziale Hubble.
È stato come «ascoltare il battito d’ali di un colibrì nel bel mezzo di un uragano» spiega il team di ricercatori composto da scienziati dell’Arizona State University e del Mit (la cui scoperta è stata pubblicata sulla rivista Nature).
Scoperta l’alba del cosmo
Il gruppo di ricerca ha impiegato più di dieci anni per trovare il giusto segnale radio, calibrando di continuo lo strumento nel deserto australiano.
I ricercatori rivelano di avere captato le emissioni radio di ciò che resta di quell’idrogeno che anticamente interagì con le prime stelle, negli stadi iniziali dell’universo.
La scoperta è molto importante, perché mette un punto fisso che potrà aiutare i ricercatori a formulare meglio le teorie su cosa accadde dopo, e a verificarle tramite le osservazioni con i radiotelescopi.
Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di migliorare e potenziare gli strumenti a disposizione così da ottenere una misurazione del segnale radio migliore e poterlo studiare. «Ora che sappiamo che questo segnale esiste, dobbiamo rapidamente portare in funzione nuovi telescopi radio che potranno essere in grado di estrarre il segnale più profondamente».
Fonte:
Focus
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